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Finora le è accaduto di rimanere sordo 12 volte, signor German Denis, capocannoniere della A. Non è un po' strana un'esplosione a 30 anni suonati?"Mica sono esploso ora. Nel 2007 avevo segnato 27 gol con l'Independiente. E' che non riuscivo a ripetermi in Italia. Al Napoli pensavo di avercela fatta, poi arrivò Quagliarella che doveva giocare e finii in panchina, allora addio. A me non è mai piaciuto fare la riserva, a nessuno. Qui all'Atalanta ho trovato la situazione perfetta. Per un centravanti la perfezione è avere la fiducia di tutti: dell'allenatore che ti sceglie come titolare, dei compagni che ti danno la palla, del club e dei tifosi".
E arrivano i gol."Che sono tutto. Per noi e per voi. Se gioco bene e non segno, voto 5,5 o 6. Se gioco male e segno, voto 7...".
In tre anni tra Napoli e Udinese aveva segnato 17 gol, ora è già a 12 in neppure metà campionato. E' cambiato qualcos'altro?"L'alimentazione".
Una nuova dieta aiuta a segnare di più?"La testa dipende dal fisico, e viceversa. In questi mesi ho imparato ad arrivare meglio alla partita, col peso giusto e tutto. Sono una buona forchetta e a volte esageravo. Poi ho visto Bellini e Manfredini: seguivano un'alimentazione particolare e ho fatto come loro. A cominciare dalla grigliata dell'asado: ormai solo una volta al mese, giuro. Carne sì, ma alternando quella bianca a quella rossa. Invece ho eliminato la pasta. Gli zuccheri e i carboidrati li prendo dalla frutta: ora ne mangio tantissima. E verdure, un sacco. Ho diminuito la massa grassa e i risultati si vedono".
Dodici gol, appunto. I tre più belli?"Al Lecce, in mezza girata volante. All'Inter, di testa. Al Cagliari, con scavetto sul portiere in uscita".
E al Milan, domenica, non vuole dare un dolore?"Ho segnato due reti al Milan, uno giusto un anno fa con l'Udinese, poi finì 4-4, e l'altra col Napoli, gol del 2-2 in rimonta al 94'. Col Milan vorresti sempre giocare, è un avversario che ti dà emozioni diverse, ci pensi tutta la settimana".
A proposito di emozioni: com'è stato andare in nazionale?"Magnifico. Nello stesso spogliatoio con Messi, uno di un altro pianeta, e tutti quegli altri fenomeni di attaccanti. Ma uno con le mie caratteristiche non c'è, per questo hanno visto i miei gol in Italia e mi hanno chiamato. Spero di arrivare ai Mondiali del 2014".
E un grande club quando?"Ora penso solo alla salvezza. Poi è chiaro, a chi non piacerebbe giocare in una grande?".
Juve, Milan o Inter?"Non mi metta in difficoltà, sono sullo stesso livello...".
Idoli, punti di riferimento?"Batistuta e Crespo. Due che infatti non hanno avuto un facile inizio in Italia...".
I migliori argentini che giocano nel nostro campionato?"Tolti noi argentini dell'Atalanta... il numero uno rimane Zanetti. Poi Lamela, talento nitido. E Milito, anche se ora è giù".
I migliori attaccanti del mondo?"Tolto Messi, dico Drogba: fisico, velocità, colpo di testa e i due piedi. Poi Rooney e Cristiano Ronaldo".
Gli allenatori della sua vita?"Burruchaga, che mi portò all'Independiente. Pedro Troglio, che mi valorizzò. E ora Colantuono, ovvio".
Il bello del calcio?"Rendere un lavoro il tuo divertimento, e fare un mestiere che ti toglie dalla strada".
Il brutto?"Certe persone che ronzano intorno a questo mondo, che stanno lì solo per spillarti soldi, o peggio. Le ho incontrate, sa".
di Andrea Sorrentino; la Repubblica
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