mercoledì 16 marzo 2011

La nuova strada di Leo

La telefonata di complimenti di Josè Mourinho è arrivata puntuale, venti minuti dopo la fine di Bayern-Inter: in fondo era attesa e nessuno si è stupito, dato che l'ombra dello Special incombe ancora, protettiva e paterna, sull'Inter tutta. Nessuna chiamata invece dall'utenza di Rafa Benitez, raccontano i tabulati e lo spogliatoio interista: e non è una sorpresa neppure questa. Del resto si sa che con Benitez non è sbocciato mai alcun rapporto, mentre con Mourinho il legame è rimasto saldissimo e prosegue da mesi, nonostante lo Special sia ormai a Madrid. Però, dopo l'impresa di Monaco, è anche giusto lasciare spazio alla prima volta di Leonardo. La grande vittoria interista all'Allianz Arena è anche la prima affermazione internazionale del suo allenatore. Lo scorso anno, da tecnico esordiente col Milan, Leonardo venne spazzato via agli ottavi dal Manchester United: 2-3 nell'andata a San Siro e tracollo a Old Trafford per 0-4. Ma a Monaco il vento è cambiato e l'allenatore brasiliano ci ha messo del suo.

Non è sempre stato impeccabile, Leonardo, in questi primi due mesi e mezzo alla guida dell'Inter. Alla sua intelligenza nel gestire a dovere lo spogliatoio dal punto di vista psicologico, a volte non ha fatto seguito la stessa lucidità nell'interpretazione delle partite: qualche sbavatura, nelle sostituzioni o nell'impostazione generale delle gare, si era vista, e le ultime le avevamo notate a Brescia, appena quattro giorni prima del trionfo in Baviera. Ma a Monaco Leonardo ha condotto la squadra con piglio sicuro e con razionalità. Non ha sbagliato nulla nella gestione della vigilia, caricando a dovere i giocatori e convincendoli che l'impresa era più che possibile. Ha indovinato la tattica e la strategia di gara: azzecato il modulo 4-2-3-1 col sacrificio di Sneijder a sinistra, giusto l'atteggiamento in campo, con l'Inter che ha mantenuto la barra a dritta per quasi tutta la gara. Con l'eccezione di quei terribili venti minuti finali del primo tempo, quando la squadra ha rischiato di affondare, i campioni d'Europa hanno giocato con tranquillità e sicurezza, aspettando i momenti giusti per colpire. Si tratta comunque di giocatori che dopo le vittorie dello scorso anno sono molto maturati e che a volte non sembrano aver bisogno di consigli e di suggerimenti, però è indubbio che il lavoro di Leonardo ci sia stato, e abbia pagato. Non solo sul piano psicologico, ma anche su quello squisitamente tattico e strategico. Così è maturata la vittoria di Monaco, che spinge l'Inter ai quarti di finale e la conferma come una sicura realtà del panorama europeo, anche se nei mesi scorsi un po' tutti avevamo dubitato della tenuta dei nerazzurri. Ma questo è un gruppo molto sicuro delle sue qualità, come conferma Leonardo che in apparenza non si prende meriti per il trionfo: "La bravura di questi giocatori sta nel fornire un rendimento altissimo nonostante il fatto che nell'ultimo anno ci sono stati tre allenatori diversi: Mourinho, Benitez e il sottoscritto. Moduli di gioco diversi, allenamenti diversi, strategie diverse. Eppure i giocatori rispondono sempre, alla perfezione. Che grande gruppo".

Poi è chiaro che nelle grandi imprese c'è sempre una componente di buona sorte che è necessaria, e l'Inter ne ha beneficiato senz'altro nel primo tempo della sfida di Monaco. Ma anche lo scorso anno Mourinho arrivò in porto grazie ad alcuni aiutini del Fato. Ora Leonardo, l'allenatore per caso (non voleva farlo, fu convinto a viva forza da Galliani due anni fa), prova a mettersi sulla scia del suo predecessore. Finora è stato bravo a continuarne il lavoro, accettandone consigli e suggerimenti. Ma l'impressione è che dalla serata di Monaco, il ragazzo abbia iniziato a camminare con le sue gambe.

di Andrea Sorrentino; la Repubblica

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