A torto o a ragione mi si annovera tra i sostenitori di Mourinho (a ragione). A torto o a ragione se ne liquida troppo in fretta l'immagine come soltanto un gran comunicatore (a torto), come se poi saper "comunicare" costituisse un difetto.
Al momento ciò che mi preme rilevare è che, ancora una volta, qualcuno tra coloro che sono - o dovrebbero essere - preposti a diffondere il fair play nel calcio, piuttosto che svilirlo a sterile (e spesso pericolosa) polemica personale, ha perso una buona occasione per starsene zitto. L'Inter venerdì prossimo gioca a Catania e il Direttore Generale della squadra etnea Lo Monaco, che già ci aveva regalato quella perla di saggezza del "bisognerebbe prenderlo a bastonate sui denti" riferendosi a Mourinho, ci concede il bis dichiarando nei giorni scorsi che il portoghese avrà "venerdì una cattiva accoglienza a Catania" sopratutto perché "è antipatico e sa solo comunicare" , dote della quale Lo Monaco sembra scarseggiare. Stavolta il dg del Catania è riuscito persino a far peggio perché almeno allora aveva l'attenuante d'essere stato provocato. Le parole di Mourinho furono, è vero, offensive e gratuite, come se avesse un conto da regolare: "Non conosco nessun Lo Monaco" , ma almeno dimostravano uno stile anche nell'offendere.
Ora, lasciamo a Lo Monaco l'arbitrio d'invitare o meno a cena Mourinho per manifestargli il proprio "gradimento", ma per carità togliamogli la sensazione d'essere "importante" quando pronuncia dichiarazioni poco sensate dimenticandosi di essere il Direttore Generale e di rappresentare il Catania Calcio.
Infine tanto per dare un mio contributo al dibattito in merito a quanto Mourinho realmente valga come allenatore, mi preme far notare che ben pochi strumenti abbiamo noi "esterni" per giudicarlo: forse i risultati (in ragione dei quali direi che non è per niente male). E a chi sostiene la tesi che il portoghese sia bravo ad allenare solo squadre costruite per vincere (così come si diceva di Capello) dico che continuo a non scorgerci niente di male, tutt'altro. Poi però capita (e a me capita spesso) di parlare con giocatori che sono allenati, o lo sono stati, da Mourinho e quasi sempre senti raccontare di un tipo davvero speciale, diverso. Preparato e professionale con un carisma che secondo i "suoi" calciatori gli consente d'avere "una marcia in più" rispetto a tanti altri allenatori, alcuni dei quali vere e proprie icone, con i quali hanno avuto a che fare.
Allora si ha il legittimo dubbio che oltre il "comunicatore" vi sia molto di più, oppure si ha un illegittimo impedimento nel comprendere anche le cose che a volte si spiegano da sole.
da "VISTI DALL'ALA", di Massimo Mauro; la Repubblica
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