martedì 30 marzo 2010

Le solite cose

Vero propellente per l'impresa romanista il rito infrasettimanale di Fabio Caressa. Aveva Mexès in collegamento dopo la vittoria a Bologna, voleva fargli dire che un po' allo scudetto ci stava pensando, quello non pronunciava nemmeno la parola. Caressa: «Va bene, allora lo faccio io: SCUDETTO! SCUDETTO! Adesso voglio vedere che effetto ti fa». L'effetto, su Mexès e non solo, è stato particolarmente difficile da affrontare.
L'Atalanta pareggia, il clima allo stadio si fa di nuovo pesante per la Juve, a "Quelli che" Aldo Biscardi ricorda la contestazione dei tifosi prepartita e poi la butta lì: «I tifosi rivogliono anche Luciano Moggi». Ché non si sa mai.
Stessa trasmissione, passano la sequenza davvero notevole di Napoli-Juve con i giocatori che escono stanchi dal campo per l'intervallo: tra gli juventini reduci dai primi 45' c'è Fabio Grosso che parla allegro al cellulare. Per fortuna non si trattava dell'arbitro.
A Firenze Jovetic segna il quarto gol, dalla parte opposta Frey va dietro la porta a festeggiare e trova Vargas, appena uscito, e senza pensarci troppo gli stringe festoso gli zebedei. Marco Cattaneo di Sky: «Frey se la prende coni gioielli di Vargas che è uscito per infortunio, ma non per questo».
«Nel Cagliari Agostini è geometrico e lineare. D'altronde è di Vinci, il paese di Leonardo». (Emanuele Dotto, "Tutto il calcio minuto per minuto"). 
A "Quelli che il calcio" svetta da tempo Ubaldo Pantani, comico di razza, nei panni di Lapo Elkann. Ma la vera chicca è l'imitazione del cuoco della Nazionale di calcio, reso celebre dal micidiale spot pubblicitario tipicamente anni Ottanta, e satireggiato a dovere.
«Un sogno: Blanc all'Inter» (maglietta di tifosi bianconeri a Torino). «Chivu gli ha dato una pedata di frustrazione» (Pietro Vierchowood, Sabato Sprint, Rai Due). «E quindi appuntamento a sabato prossimo per una puntata che sarà lunghissima: peggio per voi» (Un consapevole Fabio Caressa, Sky). «Clima sempre più teso all'Inter: prima dell'incontro tra Mourinho e Balotelli, Moratti li ha perquisiti» (Gene Gnocchi, Sky).

di Antonio Dipollina; la Repubblica

Pazzia

"Quella fu una storia a sé". Rovinata o esaltata dal ricordo, non c'è giorno che i tifosi del Manchester United o del Bayern non tornino alla finale di Champions del ''99. Lì il calcio, oltre la zona Cesarini, scoprì che una normale partita fatta di ossa, tendini, muscoli, sudore, lacrime, scarpe, meraviglie, sbagli, tifo, arbitri, fango, calci al pallone e negli stinchi, si può anche risolvere nella "twilight zone", ai confini della realtà, dove tutto sembra perso da una parte perché tutto sembra pendere dall'altra: "Confermo che esiste un momento, o un gesto, dopo i quali dici: adesso posso anche smettere". Ole Gunnar Solskjaer, quella sera al Camp Nou di Barcellona, entrò a nove minuti dalla fine al posto di Cole: "Ricordo il colore delle gote del mio allenatore Ferguson, viola, e il silenzio rassegnato dei nostri tifosi". Quel che accadde dal novantesimo in poi ("I tre minuti che cambiarono non solo la mia vita di calciatore ma forse anche il mio modo di percepire la realtà") è come se lo avesse scritto Philip Dick. "Neppure noi ci credevamo più ma dovevamo ugualmente insistere". Mario Basler aveva segnato su punizione al 6' del primo tempo. Il Manchester non riuscì quasi mai a rendersi pericoloso. Ferguson camminava su e giù sin dalla vigilia: "Mai visto così nervoso", prosegue Solskjaer. Scholes e Keane erano squalificati. Molti anni più tardi, Sir Alex lo definì "il mio personale sentimento della notte", una specie di buio agonistico tradotto in impotenza dalle incertezze di Beckham e di Giggs.
Entra Sheringham a quindici dalla fine. Poi Solskjaer. Un'irrefrenabile voglia di buttarsi avanti sconquassa l'etica razionale di Ferguson: "Avessi avuto dieci punte le avrei messe dentro tutte". Scade il tempo. Il Manchester sta per consegnare le armi al Bayern coraggioso, ma non stellare, di Hitzfeld, che aspetta il fischio finale con l'attuale juventino Salihamidzic in mezzo al campo. Non si arriverà neppure ai supplementari. Sheringham pareggia nel primo minuto di recupero: "E noi pensammo: che culo!", ammette Solskjaer. Philip Dick stava scrivendo un finale sconosciuto persino ai protagonisti del romanzo. Al terzo di recupero inoltrato, in spaccata, il norvegese rovescia la storia di una partita qualunque e la trasforma in un ricovero collettivo d'urgenza. Migliaia di appassionati possono rivedere questo episodio di "fantascienza" su YouTube. Si vedono marziani festeggiare e marziani disperarsi. Un ragazzo di Manchester scrisse: "Non date retta a questo messaggio, io sono morto quella sera a Barcellona". Uno di Monaco replicò: "Se la metti su questo piano io sono più morto di te".
Ora Solskjaer allena la squadra riserve, i tifosi dell'Old Trafford gli riconoscono lo status di leggenda: "Ma se c'è un fortunato quello sono io". Stasera le due squadre si rivedranno per un quarto di Champions dal sapore indefinibile perché non può esistere ragionevole vendetta per come andò quella sera. Matthaeus finì piangendo in panchina. Keane rimase immobile al suo posto, in tribuna, come se qualcuno l'avesse inchiodato al seggiolino. Di quella sua squadra già facevano parte Giggs, Neville, Scholes e Brown. Ferguson ne è orgoglioso: "Alleno libri di storia che ancora zompettano come ragazzi della primavera". Stasera però saranno Rooney e Robben, acciaccati entrambi, a decidere. Forse. L'inglese ha un piede ferito, l'olandese corre con un polpaccio dolente. Il primo gioca sicuro, il secondo "solo se è al 100%", spiega Van Gaal. Ferguson professa umiltà: "Jitters!", che vuol dire tremarella. Van Gaal ostenta il suo primato: "Non sono mai stato eliminato da un'inglese, ma il Manchester mi provoca ammirazione, quasi gelosia". Quando si incontrarono nel 2001, sempre ai quarti e sempre con quella finale a ronzare nell'anima, la spuntò il Bayern. Tutto è possibile fra marziani.

di Enrico Sisti; la Repubblica

domenica 28 marzo 2010

Manolo's File

"Nonostante abbia 51 anni, Serse Cosmi ha il cappellino in testa da 54 anni."

"Bobo Vieri non parla mai perché è uno che dice quello che pensa."

Gene Gnocchi

Nota

Senza pensare a tutti gli squalificati per la prossima partita contro il Bologna, ma pensando al bene della squadra, anzi al bene di tutti, è necessario far tornare Balotelli tra i convocati.
Anche se non posso sapere come stanno effettivamente le cose, ora bisogna passare, come meglio ritenete, al suo rientro nella squadra.

Roma-INTER 2-1

Che amarezza...


giovedì 25 marzo 2010

INTER-Livorno 3-0

Finalmente una partita degna della nostra fama, anche se contro l'ultima in classifica. Sono andati a segno Eto'o (doppietta) e Maicon, che hanno goduto di due magnifici assist di Thiago Motta.
Note positive Ricardo Quaresma, molto intraprendente ed applaudito dal pubblico, e il rientro dopo il grande spavento di Christian Chivu. Dico infine di aver fisto tutto il secondo tempo (fino all'ingresso di Samuel, ultimo cambio) sperando che entrasse Arnautovic, ma Mourinho non mi ha accontentato.

mercoledì 24 marzo 2010

Numero 12

Ci sono molti mestieri che, per quanto ben pagati, sono oggi da sconsigliare ai giovani: il contamanifestanti alla questura di Roma, l'avvocato divorzista al soldo di un presidente francese, ma soprattutto il portiere di riserva della Juventus. Già il portiere di riserva è una figura patetica: con poche eccezioni l'unico vero vice rimasto nel calcio. È uno che spalma di colla la panchina e si alza solo in caso di infortunio del titolare, a freddo e con l'aura da avvoltoio. Nel caso della Juventus la mestizia del ruolo sconfina in tragedia, per quanto sportiva. Che abbia aspetti ridicoli ne aggrava la crudeltà, togliendole la rispettabilità delle cose serie. Ora tocca a Antonio Chimenti (appellativo al quale sulla stampa di oggi in nove casi su dieci verrà preposto l'aggettivo "povero" e posposto il ferale "detto Zucchina"). Si tratta di un portiere che in Serie A, sia detto, ha esordito parando un rigore con la maglia della Roma, dove era la riserva di Konsel. E che purtroppo uscirà di scena con un doppio sussulto fantozziano: papera su "cassanata" da trenta metri e successivo infortunio alla mano sbattuta su un tavolo dello spogliatoio. Che in mezzo ci abbia messo anche due parate salvarisultato è un dato che il sadismo degli archivi non custodirà. Proviamo quindi a consegnare loro una verità storica: Chimenti era un serio professionista alla soglia della pensione che a quarant'anni ha accettato un ultimo ingaggio alla Juventus per fare da accompagnatore, uomo d'esperienza, balia ai giovani e chiudere la porta, ma dello spogliatoio, affinché gli spifferi non provocassero raffreddori a Buffon e Manninger. Manco riserva, era: riserva della riserva. La sua colpa? Esserlo alla Juventus. Lì, per tradizione, i portieri di riserva vengono demoliti. Quest'anno, se possono (e possono) demoliscono chiunque: allenatori, campioni del mondo, stelle carioca, belle speranze, vecchie glorie. Figurarsi se non spiaccicavano Zucchina. Il portiere di riserva della Juventus è uno che firma un patto con il diavolo sbagliato: vende l'anima e si rovina la carriera. Lo prendono che ha tutta la vita davanti e quando si alza dalla panchina è già passata e manco se n'è accorto. L'unico modo di salvarsi è scappare, come fece Piloni. Finchè c'era Carmignani era considerato un'alternativa (tipo Abbiati e/o Dida). Nel dubbio tra i due la Juventus acquistò Zoff e Piloni assunse le sembianze del proprio cognome: cementato a bordo campo per tre anni, dopodichè se ne andò a cercare spazio altrove, ispirando uno spettacolo teatrale dal titolo "Perseverare humanum est". In casa bianconera fu, invece, diabolico. Presero un'altra figurina di nome Alessandrelli e la parcheggiarono per quattro anni nella fortezza Bastiani ad aspettare i tartari. Arrivarono un pomeriggio d'estate del '79 quando, all'ultima di campionato, con lo scudetto già conquistato, al 19' della ripresa di un tranquillo Juventus- Avellino già sul 3 a 0, Trap bagnò d'acqua santa il portiere di riserva e lo mandò a sostituire Zoff per guadagnarsi il suo quarto d'ora di fama. Infatti in 15 minuti (dal 26' al 41') prese tre gol. Due glieli segnò Gil De Ponti, poi noto a Bologna perché portava a spasso un'oca al guinzaglio. Raccontano che Alessandrelli abbia lasciato in lacrime lo spogliatoio e la Juventus (l'anno dopo era dignitosamente all'Atalanta). Voci meno benigne dissero che la partita era stata battezzata con una X e si trovò una formula elaborata per risolvere l'equazione. A parlar di questi casi si sfoglia davvero l'album Panini e ci si caccia nella trappola della nostalgia dove anche l'errore è mitologico. Il portiere di riserva è oggi invece un ruolo svestito di leggenda. Il 12 ha generalmente buttato il manto del perdente ed è una qualunque pedina del turnover o addirittura uno che mette la freccia e sorpassa il titolare (Sirigu al Palermo, Julio Sergio alla Roma). C'è una sua inedita nobiltà nello scegliere questa condizione, tant'è che ci si è adagiato per il tramonto un campione come fu Toldo, preferendo un po' inspiegabilmente la panchina dell'Inter alla porta di qualunque altra squadra. Dobbiamo essere dunque grati ad Antonio Chimenti per averci fatto rivivere momenti che credevamo perduti: è stato come riascoltare alla radio una canzone che ballavamo fuori sincronia alla Baia degli Angeli di Gabicce o rivedere in tv uno strafalcione di Biscardi quando c'era il "Processo" (perché non c'è più, vero?). E grati alla Juve che, stanca di vincere tutto il possibile, perde l'impossibile. Ora tornano Buffon e Manninger, ma si dice un gran bene del giovane Pinsoglio. Mi dia retta, ragazzo: emigri prima che la promuovano riserva.

di Gabriele Romagnoli; la Repubblica

martedì 23 marzo 2010

Esclusiva

Questa è l'auto (e che auto!) regalata da
Mario Balotelli a José Mourinho.

lunedì 22 marzo 2010

Fonti

"Il Milan contro il Napoli ha segnato sette gol. Solo uno per la Questura."

da "IL GRAFFIO", di Emilio Marrese; la Repubblica

Viva il calcio

"Siamo buoni a nulla, ma capaci di tutto."

Jim Morrison

domenica 21 marzo 2010

Perseverare è diabolico

Lippi, con grande stile, conferma una volta di più, affermando che l'Inter non rappresenta il calcio italiano,  di essere un grandissimo imbecille.

Complimenti, Marcello.

Palermo-INTER 1-1

Siamo partiti alla grande, giocando molto bene e trovando subito il vantaggio con un rigore di Milito, casusato da una trattenuta di Bovo su Lucio. Il Palermo fino al pareggio di Cavani era in confusione, ed era il momento di chiudere la pratica. Proprio come contro il Catania non abbiamo avuto la sufficiente lucidità, cattiveria e fortuna per segnare il raddoppio, e abbiamo subito goal da un Palermo fin lì inconsistente. Nella ripresa l'Inter attacca a testa bassa con scarso profitto trascurando il gioco sulle fasce, anche per la palese e giustificata stanchezza di Maico, che avrebbe meritato la sostituzione più di Santon, la nota più positiva della serata. Il Palermo invece si difende con ordine, e tenta di colpire in contropiede. Pareggio tutto sommato giusto, ma amaro, perché sarebbe bastato davvero poco per vincere.
L'arbitraggio non mi è piaciuto affatto, perché Bovo, già ammonito,  ha compiuto un brutto fallo da dietro su Diego Milito, e, soprattutto, Migliaccio ha distribuito pericolose gomitate a destra e a manca, per cui Muntari si sarebbe procurato 3 giornate di squalifica.

Complimenti ai piani alti: la Serie A è più che mai aperta.

venerdì 19 marzo 2010

Sorteggio

Abbiamo pescato il CSKA Mosca, meno male.
Partita d'andata, in casa è fissata per il 31 marzo, il ritorno per il 6 aprile.
Nella eventuale semifinale incontreremo una squadra fra Barcellona ed Arsenal.

E bisogna dire che la fortuna ci ha aiutati ancora: può essere veramente l'anno buono, perché senza di lei non puoi vincere tale competizione.

giovedì 18 marzo 2010

Dai, dai, dai!!!

Caro Mario, fatti un esame di coscienza rapido ma efficace, e riparti.
Il futuro è nelle tue mani: non sprecarlo. Non sprecare la tua immensa classe che potrà portarti, ne sono convinto, tra i grandi del Calcio, e ascolta chi, nonostante tutto, ti vuole un gran bene, cioè i veri tifosi, i tuoi compagni, ed anche il tuo allenatore. E non dare retta a quanti ti mette strane idee in testa al solo scopo di guadagnare popolarità e denaro.
Dunque le strade da seguire sono due: la professionalità, la serietà e la tranquillità che ti porteranno, secondo me (e non solo), all'immortalità calcistica, o la presunzione di aver già dato e di essere qualcuno che ti porterà ad avere tanti rimpianti. Non ti scoraggiare, però: come non mai queste due strade sono ben delineate, e spetta solo a te prendere quella giusta, ricordandoti di avere compagni come Zanetti, Eto'o, Milito, Samuel, Cambiasso... ed un allenatore come Mourinho, che vogliono aiutarti a crescere.
Torna a fare quello che meglio ti riesce: giocare e segnare da fuoriclasse da subito, così vinciamo Scudetto, Coppa Italia, Champions League, cosicché Lippi sia costretto a convocarti per il Mondiale e Mourinho ti dia il posto da titolare nell'Inter.
Puoi farcela, devi farcela. Ce la farai.

A nome di tutti gli amanti del Calcio, non solo interisti.

Il caimano che sale e scende

L'Italia tutta (o quasi) si è scoperta interista: come mai???

mercoledì 17 marzo 2010

CAPOlavoro

Era ora: finalmente orgoglioso di essere italiano dopo una partita di calcio. Perchè l'Inter ha battuto il Chelsea conquistando i quarti di finale della Champions League giocando bene, meritando di segnare altri gol oltre quello di Eto'o, dominando la squadra di Ancelotti per tutti e novanta i minuti. Questa volta non stiamo qui a celebrare una squadra italiana che ha vinto grazie alla grinta, al carattere, alla fortuna: no, qui vogliamo celebrare il bel gioco, il coraggio, un gruppo fantastico che in campo ha dato l'anima aiutandosi pallone su pallone.
Il trionfo dell'Inter, il trionfo di Mourinho. E' venuto allo Stamford Bridge a sfidare il Chelsea e a giocarsi una partita decisiva probabilmente anche per il suo futuro, con tre attaccanti e Sneijder. Senza paura, con sfrontatezza: voleva vincere giocando al calcio e c'è riuscito. Ma la partita di questa sera è il risultato del grande lavoro del portoghese nello spogliatoio in questi due anni: ha creato una squadra, ha fatto diventare venti o più campioni, un gruppo che viaggia compatto verso lo stesso obiettivo. Solo cosi poteva convincere Pandev, Eto'o e Sneijder a fare quel gran lavoro fatto contro Lampard e Drogba. La partita Mourinho l'ha vinta mandando in campo una squadra così aggressiva e con Pandev ed Eto'o che hanno fatto un pressing incredibile sulle fasce e Sneijder un lavoro geniale e di quantità in mezzo al campo: ogni giocata dell'olandese ha creato problemi al Chelsea.
Ho parlato con i giocatori alla vigilia di questa partita è ho capito ancora di più la grandezza di Mourinho: Lo rispettano perchè, come mi hanno detto, "lui non sbaglia nulla nella gestione del gruppo, nella preparazione della partita nei rapportio personali". Lo ha dimostrato con il caso Balotelli: non si è nascosto dietro scuse o bugie ma è uscito alla scoperto, ha affrontato di petto la situazione e non ci ha pensato due volte a lasciare a casa un giocatore che nella sfida più importante della stagione poteva essere determinante. Ha fatto capire ai giocatori che era finito il tempo di fare la balia a Balotelli e gli ha dato una responsabilità in più. "Noi siamo terrorizzati quando sbagliamo perchè lui non sbaglia mai nulla" mi hanno confessato "ma ci sentiamo anche molto responsabilizzati. Se perdiamo è colpa nostra perchè lui fa sempre il massimo".
Mourinho l'ho salutato pochi minuti prima dell'inizio della partita: lo vedevo che era felice, sicuro. Queste sono le partite che gli piacciono, questo è il clima che lo esalta. Bene per l'Inter perchè ora ha davanti cinque partite che portano alla storia.

da "VISTI DALL'ALA", di Massimo Mauro; la Repubblica

Chelsea-INTER 0-1

Partita monumentale, non c'è altro da aggiungere.
Grazie, ragazzi.
 


E ora che ci abbiamo preso gusto...

martedì 16 marzo 2010

Vomito

Non avrebbe senso dare una squalifica
a Zarate e alla società?
No, in Italia, no.
Anche la Polverini
a vedere (retrocedere) la Lazio.

Ormai è ufficiale: siamo vaccinati. Nulla ci sorprenderà più, tutto ci lascerà indifferenti. I soli indispettiti saranno i romanisti, che non la potrebbero votare comunque.
Non è mai bello generalizzare, ma vedendo certe cose è spontaneo dire: CHE PAESE DI MERDA!!!

lunedì 15 marzo 2010

Fuori

Mario Balotelli non convocato per la partita di ritorno contro il Chelsea per scelta tecnica.
Mah...

Catania-INTER 3-1

Deluso, deluso, deluso.
Muntari disastroso, Quaresma in recupero.

giovedì 11 marzo 2010

Fenomenale

Che stoppata, Lapo!!!

Per la cronaca i Lakers battono i Raptors 109 a 107, e il terzo personaggio a destra è il cantante dei Maroon 5, Adam Levine.

Apologia

A torto o a ragione mi si annovera tra i sostenitori di Mourinho (a ragione). A torto o a ragione se ne liquida troppo in fretta l'immagine come soltanto un gran comunicatore (a torto), come se poi saper "comunicare" costituisse un difetto.
Al momento ciò che mi preme rilevare è che, ancora una volta, qualcuno tra coloro che sono - o dovrebbero essere - preposti a diffondere il fair play nel calcio, piuttosto che svilirlo a sterile (e spesso pericolosa) polemica personale, ha perso una buona occasione per starsene zitto. L'Inter venerdì prossimo gioca a Catania e il Direttore Generale della squadra etnea Lo Monaco, che già ci aveva regalato quella perla di saggezza del "bisognerebbe prenderlo a bastonate sui denti" riferendosi a Mourinho, ci concede il bis dichiarando nei giorni scorsi che il portoghese avrà "venerdì una cattiva accoglienza a Catania" sopratutto perché "è antipatico e sa solo comunicare" , dote della quale Lo Monaco sembra scarseggiare. Stavolta il dg del Catania è riuscito persino a far peggio perché almeno allora aveva l'attenuante d'essere stato provocato. Le parole di Mourinho furono, è vero, offensive e gratuite, come se avesse un conto da regolare: "Non conosco nessun Lo Monaco" , ma almeno dimostravano uno stile anche nell'offendere.
Ora, lasciamo a Lo Monaco l'arbitrio d'invitare o meno a cena Mourinho per manifestargli il proprio "gradimento", ma per carità togliamogli la sensazione d'essere "importante" quando pronuncia dichiarazioni poco sensate dimenticandosi di essere il Direttore Generale e di rappresentare il Catania Calcio.
Infine tanto per dare un mio contributo al dibattito in merito a quanto Mourinho realmente valga come allenatore, mi preme far notare che ben pochi strumenti abbiamo noi "esterni" per giudicarlo: forse i risultati (in ragione dei quali direi che non è per niente male). E a chi sostiene la tesi che il portoghese sia bravo ad allenare solo squadre costruite per vincere (così come si diceva di Capello) dico che continuo a non scorgerci niente di male, tutt'altro. Poi però capita (e a me capita spesso) di parlare con giocatori che sono allenati, o lo sono stati, da Mourinho e quasi sempre senti raccontare di un tipo davvero speciale, diverso. Preparato e professionale con un carisma che secondo i "suoi" calciatori gli consente d'avere "una marcia in più" rispetto a tanti altri allenatori, alcuni dei quali vere e proprie icone, con i quali hanno avuto a che fare.
Allora si ha il legittimo dubbio che oltre il "comunicatore" vi sia molto di più, oppure si ha un illegittimo impedimento nel comprendere anche le cose che a volte si spiegano da sole.

da "VISTI DALL'ALA", di Massimo Mauro; la Repubblica

martedì 9 marzo 2010

INTER-Genoa 0-0

Hanno dato qualche segno di vita
solo quando è entrato
Quaresma,
un po' perché pronti a fischiarlo a priori,
un po' perché è stato l'unico a provare a fare
qualcosa in più del compitino.

PS: Sono con te, Sulley.

+51

...Fa 102.
AUGURONI,
 cari biscioni!!!

51

Si vocifera di un ipotetico ritorno all'Inter
dell'attaccante trascinatore del Grosseto, il cileno
Mauricio Pinilla.

Perché no?

venerdì 5 marzo 2010

La barzelletta perenne (?)

Decreti interpretativi, bestemmie punite con la prova tv, squalifiche prima inflitte poi revocate perché l'Anticristo è stato scagionato proprio dall'accurata riesamina del suo stesso labiale, insomma un ammasso di prese per il culo.

Cosa succederà domani?
La famiglia Diaz presenterà denunce a destra e a manca, in quanto parte lesa da chi si trattiene, o si sentirà una famiglia di Serie B, poiché insultata da mezza Italia? O forse farà registrare il proprio nome, ricavando da ciascuna pseudoimprecazione 10 euro?
Oppure tutti gli zii del nostro stivale scenderanno in piazza, o la politica, come solo lei sa fare, farà sentire la propria vicinanza al povero Beppe Bergomi?

Ecco queste ipotesi sono fantasiose, e di conseguenza sono fin troppo reali.

Con affetto e senza offesa: che gran paese di merda!!!

Le cose, e soprattutto certe persone devono cambiare, anzi devono alzare i tacchi.

lunedì 1 marzo 2010

Udinese-INTER 2-3

Bell'incontro. Giocato in scioltezza nel primo tempo, nonostante lo svantaggio iniziale, ma poi sofferto nella ripresa, con tanto di clamorosa traversa allo scadere del recupero.
Protagonista assoluto è Mario Balotelli, che ha segnato il goal del momentaneo pareggio rispondendo alla rete iniziale di Pepe, ha calciato una punizione da 30 metri uscita di pochissimo, ha fatto l'assist a Milito, ed ha aiutato in fase difensiva. Direi che vedere Rooney non ti ha fatto male, Mario.
Fatti regalare da Mou l'abbonamento per le partita dello United, mi raccomando, e continua così, perché la strada per il Mondiale si accorcia.

Rispetto

Nesta definitivamente rinuncia a tornare a vestire l'azzurro. Integrità, serietà e coerenza: bravo, Alessandro.

Prendiamo atto

"Scusarmi con Materazzi? Preferisco morire."
Zinedine Zidane

Bene, allora...