E' un'ovvietà, ma è anche la sintesi estrema di questa Inter, l'origine dei suoi problemi e dei suoi affanni: "Non siamo al 100%, né lo saremo presto. Dobbiamo gestire questa fase, cercando di portare i giocatori al massimo della forma ma continuando ad affrontare i nostri impegni". E' appena terminata Lille-Inter, grazie al gol di Pazzini e alla buona prova del collettivo il sorriso è meno tirato rispetto alla vigilia, così Ranieri può distendersi e raccontare i suoi problemi: "Abbiamo bisogno di ritrovare la condizione migliore, tutti insieme. Pian piano ci riusciremo, ma il momento rimane delicato, dobbiamo fare attenzione. La vittoria col Lille è meritata, la squadra mi è piaciuta, però c'è ancora molto da lavorare". Perché il problema principale dell'Inter è proprio lo stato di forma generale, la condizione atletica che non è omogenea.
E' stata un'estate particolare, che ha condannato tutti alla precarietà: la Supercoppa da giocare a Pechino il 6 agosto, la Coppa America per tutto il mese di luglio, i tanti infortuni non hanno permesso di svolgere un'adeguata preparazione atletica. Per questo Gasperini, al di là dei suoi errori di valutazione (uno su tutti: aver preferito questo Milito a questo Pazzini), non ha mai avuto tra le mani una squadra brillante, ed è rapidamente affondato; per questo Ranieri, dopo un buon avvio, ha inciampato rovinosamente su Napoli e Catania, prima di riprendersi in Francia. Perché i giocatori non hanno ancora una condizione ottimale, o uguale per tutti.
L'Inter parte sempre bene, poi si affloscia nel secondo tempo. Oppure spesso si nota la mancanza di freschezza di alcuni elementi, soprattutto i più anziani, quando il ritmo si alza. Non sono ancora al top, gli interisti, nessuno di loro. Tutti, a parte l'innaturale Zanetti - che per certe cose non fa testo - hanno accusato infortuni più o meno lievi che ne hanno ritardato o interrotto la preparazione, e risalire è difficile quando la stagione entra nel vivo, perché non ti puoi allenare con continuità a causa dell'incalzare degli impegni. Da qui gli enormi problemi nell'assemblare la squadra da parte di Gasperini e Ranieri, anche se il tecnico romano finora è parso più realista del predecessore, provando a rischiare il minimo indispensabile e optando per assetti poco spregiudicati, come nell'ultima uscita a Lille.
Non c'è ancora la brillantezza, dunque bisogna giocare più in difesa, più 'bassi', evitando sbilanciamenti inutili. E' l'unico modo per uscire dal pantano. E ora che nel girone di Champions le cose si sono parecchio aggiustate, l'Inter deve registrarsi in campionato, dove la classifica è la peggiore di sempre. Ci sono sedici squadre prima dei nerazzurri ed è sinceramente troppo, troppo brutto per essere vero. I prossimi tre impegni non si possono fallire, altrimenti la questione si farebbe imbarazzante: Chievo, Atalanta e soprattutto Juventus, nei prossimi dieci giorni, racconteranno altre verità sull'Inter. Che è ancora alla ricerca di se stessa e delle sue gambe perdute, ma a Lille ha fatto intuire di avere ancora del fuoco dentro di sé.
di Andrea Sorrentino; la Repubblica
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