mercoledì 21 settembre 2011

Che bello! Sbagliando non s'impara

Meno male che Fiorello (interista come il ministro La Russa che, essendo della Difesa, vorrebbe subito arruolare Zenga) è imitatore a tutto campo, sennò gli avrebbero tolto di mezzo un soggetto. Tutti consigliano Moratti, che di consigli non ha bisogno: sa sbagliare di suo.

«Non credo che resti» aveva detto quando gli si era fatto giorno, Massimo Moratti. L’allusione era per Gasperini, detto Gasp, che pare la parola d’un fumetto: la vignetta nerazzurra di stagione. Essendo Moratti il patron, per non dire il padrone, c’era da giurare che non sarebbe restato. E del resto quella panchina è sempre calda, per non dire scottante, sotto qualsiasi gluteo che non sia quello di Mourinho. Che ha deciso lui di andarsene e potrebbe decidere di tornare ora che al Real non si sente più a suo agio e che Guardiola, da Barcellona, gli fa ombra.

Ma questa è soluzione di giugno: vedovo di Mourinho l’Inter ha cercato di sposare Benitez, ma questi ha lasciato la panchina coniugale come del resto ha fatto Leonardo, che al petroliere che il petrolio raffina ha preferito gli sceicchi che il petrolio lo estraggono, basta una buchetta.

Gasperini, in realtà, era un ripiego, come sarebbe stata una sorellastra di Cenerentola per il principe nerazzurro. Prima la grande Inter aveva incassato una raffica di no, da Bielsa a Villar Boas, lungo tutto l’alfabeto.

Ora dice Moratti che non crede che l’Inter si affiderà a Baresi-Bernazzani, i due che l’hanno allenata ieri mattina dopo “la fatal Novara”, che ha tolto il sonno al vincitore Tesser, incapace di dormire per l’eccitazione, ma anche agli interisti, incapaci di prender sonno dopo la figuraccia. I nomi si rincorrono: Delio Rossi, oppure la scommessa Figo per farne il Pep della situazione, o l’olimpica calma di Claudio Ranieri, o magari Ancelotti (milanista doc sì, ma anche Leonardo), per non parlare di Spalletti che ha caldo in quel di San Pietroburgo. Del doman non c’è certezza.

Del resto chi ha certezze nel calcio? Spiritosamente, parlando d’altro ma è la famosa storia della nuora e della suocera, Luis Enrique ha commentato: «Alla Roma l’unica certezza è che l’allenatore sono io: per questa settimana».

Speriamo per la Roma di più.

di Piero Mei; Il Messaggero

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