"Farò di necessità virtù", ripete, e intanto sorride, ma è allenatore troppo navigato, Claudio Ranieri, per mostrare al mondo la vera natura di quel sorriso. C'è un filo di amarezza, nel tecnico dell'Inter, per come si è concluso il mercato nerazzurro. Perché nella sessione invernale ha trionfato la linea del club, ed è stata nettamente sconfitta quella dell'allenatore. Perché il club ha pensato al futuro prossimo, e non a quello immediato: si è fatta cassa con Thiago Motta (rinunciando a prolungargli e ritoccargli il contratto, come il brasiliano chiedeva) e si è preso Guarin più per la prossima stagione che per quella attuale, visto che il giocatore è ineleggibile in Champions e sarà pronto tra un mesetto perché è pure infortunato. Lo scudetto è diventato ormai una chimera e per la Champions, ormai alle porte e unico obiettivo rimasto, il tecnico deve trovare la giusta quadratura della squadra.
Delle richieste dell'allenatore non si è tenuto gran conto, o in ogni caso non si è riusciti prenderle in considerazione. Ranieri aveva trovato una quadratura tattica col 4-4-2 e Thiago Motta perno insostituibile? Beh, Motta è stato ceduto e al suo posto è arrivato Palombo, non esattamente un omologo. Ranieri avrebbe voluto un attaccante esterno per provare un 4-2-3-1 di mourinhana memoria? Nemmeno l'attaccante esterno è arrivato. Il risultato è
Delle richieste dell'allenatore non si è tenuto gran conto, o in ogni caso non si è riusciti prenderle in considerazione. Ranieri aveva trovato una quadratura tattica col 4-4-2 e Thiago Motta perno insostituibile? Beh, Motta è stato ceduto e al suo posto è arrivato Palombo, non esattamente un omologo. Ranieri avrebbe voluto un attaccante esterno per provare un 4-2-3-1 di mourinhana memoria? Nemmeno l'attaccante esterno è arrivato. Il risultato è
che Ranieri dopo il mercato di gennaio si ritrova un'Inter sostanzialmente più debole, o di sicuro non più forte. Ergo, qual è il segnale che il club ha inviato? Che non crede nella rincorsa scudetto, per prima cosa. La seconda: che le esigenze di Ranieri non sono prioritarie. Brutto, bruttissimo segnale, conoscendo la storia recente dell'Inter. Due dei tre predecessori del tecnico romano, nel dopo-Mourinho, hanno avuto lo stesso trattamento, col club che ha ceduto un pezzo pregiato della rosa senza rafforzarla in alcun modo concreto: è gà accaduto a Benitez (via Balotelli, nessun acquisto) e Gasperini (via Eto'o e in cambio gli acquisti al risparmio di Forlan e Zarate: infatti s'è visto com'è andata).
Due precedenti a dire il vero allarmanti, dal punto di vista di Ranieri: Benitez e Gasperini hanno avuto vita brevissima, sono state meteore che pochissimi rimpiangono (anche perché il club non li aveva mai davvero apprezzati). Al solo Leonardo, giusto un anno fa, Moratti regalò giocatori per una rimonta in cui il presidente credeva, anche solo per il gusto di combinare uno scherzaccio al Milan: arrivarono Pazzini, Ranocchia, Nagatomo e Kharja. A Ranieri, invece, vendono Thiago Motta nonostante il tecnico per giorni dica che "non è un giocatore sostituibile", gli prendono Palombo e un Guarin tutto da scoprire, e neanche in buona salute (è fermo da quasi tre mesi). Risultato: "Farò di necessità virtù", sorride quieto Ranieri, mentre dentro ribolle, ma medita di moltiplicare gli sforzi per trovare una quadratura tattica, un assetto decente anche senza Thiago Motta e il 4-4-2. Sarà dura, e si è visto anche contro il Palermo, in una partita in cui tanti giudizi devono comunque essere sospesi perché non è stato calcio autentico. Poche indicazioni, ma concrete: Milito è in fortissima ripresa, neve o non neve; la coppia difensiva Lucio-Ranocchia è la peggiore che l'Inter possa schierare; su Poli è opportuno credere per il futuro. Per il resto, da Roma-Inter in poi, i nerazzurri corrono sul filo. E Ranieri un po' di più.
Elogi del presidente al "Principe": "Ricorderò i quattro gol segnati da Milito perchè è un'impresa notevole. Poi, il risultato per uno spettatore al quale non importa nulla nè del Palermo nè dell'Inter è divertente, per chi è tifoso un pò meno. Si diceva che era in crisi, ma allo stesso modo si diceva che nel momento nel quale avrebbe di nuovo iniziato a segnare l'avrebbe fatto a ripetizione". Ironico sul campo di san Siro imbiancato dalla neve: "L'abbondante nevicata ha influito sul tipo di partita perchè sono quelle partite con un clima un pò diverso che fanno venire fuori anche delle gare un pò diverse. Terreno ghiacciato, anche se forse quello di San Siro era meglio ieri sera rispetto al solito. Per il resto la partita è stata un pò pazza, da ricordare e certamente avevamo già vinto quindi dispiace". I due punti lasciati sul campo fanno male, ma resta la soddisfazione per la grande serata del Principe.
Due precedenti a dire il vero allarmanti, dal punto di vista di Ranieri: Benitez e Gasperini hanno avuto vita brevissima, sono state meteore che pochissimi rimpiangono (anche perché il club non li aveva mai davvero apprezzati). Al solo Leonardo, giusto un anno fa, Moratti regalò giocatori per una rimonta in cui il presidente credeva, anche solo per il gusto di combinare uno scherzaccio al Milan: arrivarono Pazzini, Ranocchia, Nagatomo e Kharja. A Ranieri, invece, vendono Thiago Motta nonostante il tecnico per giorni dica che "non è un giocatore sostituibile", gli prendono Palombo e un Guarin tutto da scoprire, e neanche in buona salute (è fermo da quasi tre mesi). Risultato: "Farò di necessità virtù", sorride quieto Ranieri, mentre dentro ribolle, ma medita di moltiplicare gli sforzi per trovare una quadratura tattica, un assetto decente anche senza Thiago Motta e il 4-4-2. Sarà dura, e si è visto anche contro il Palermo, in una partita in cui tanti giudizi devono comunque essere sospesi perché non è stato calcio autentico. Poche indicazioni, ma concrete: Milito è in fortissima ripresa, neve o non neve; la coppia difensiva Lucio-Ranocchia è la peggiore che l'Inter possa schierare; su Poli è opportuno credere per il futuro. Per il resto, da Roma-Inter in poi, i nerazzurri corrono sul filo. E Ranieri un po' di più.
Elogi del presidente al "Principe": "Ricorderò i quattro gol segnati da Milito perchè è un'impresa notevole. Poi, il risultato per uno spettatore al quale non importa nulla nè del Palermo nè dell'Inter è divertente, per chi è tifoso un pò meno. Si diceva che era in crisi, ma allo stesso modo si diceva che nel momento nel quale avrebbe di nuovo iniziato a segnare l'avrebbe fatto a ripetizione". Ironico sul campo di san Siro imbiancato dalla neve: "L'abbondante nevicata ha influito sul tipo di partita perchè sono quelle partite con un clima un pò diverso che fanno venire fuori anche delle gare un pò diverse. Terreno ghiacciato, anche se forse quello di San Siro era meglio ieri sera rispetto al solito. Per il resto la partita è stata un pò pazza, da ricordare e certamente avevamo già vinto quindi dispiace". I due punti lasciati sul campo fanno male, ma resta la soddisfazione per la grande serata del Principe.
di Andrea Sorrentino; la Repubblica
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